Settimana Santa

Giorni antichi e sempre nuovi stiamo per vivere; giorni che cercano primavera di vita; giorni che stentano sempre di più a farsi spazio e lentamente in molti si sforzano a farli passare come giorni normali. Stiamo soffocando anche la SETTIMANA SANTA nel frastuono e negli impegni di tutte le settimane.

Per viverli da battezzati ( cioè da amici di Gesù, da figli di Dio) occorre tirar fuori il meglio di noi stessi: avere il coraggio di fare scelte anche contro corrente. Occorre uscire dal "gregge" per entrare nell'ovile del cuore di Gesù.

Ci serve un cuore grande e generoso per sederci a tavola con Gesù GIOVEDI SANTO: "Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi… Fate questo in memoria di me". E siamo fortunati, felici, beati perché INVITATI alla cena del Signore Gesù. Questo suo atto di amore non finisce mai.

E VENERDI' SANTO, giorno in cui Gesù si impregna delle nostre sofferenze, dei

tradimenti e perfino della morte proprio come noi, giorno in cui Gesù ci dà il regalo più bello che mai noi avremo pensato: la sua stessa vita. E da allora è entrato nelle nostre case con il CROCIFISSO appeso alle pareti, riempiendole del profumo del suo amore.

Per poi, il SABATO SANTO, giorno da vivere quasi con la museruola delle nostre chiacchiere inutili, viverlo nel silenzio, con le antenne della fede innalzate e orientate a quel sepolcro che esplode di vita; pronti ad accogliere il messaggio "Perché cercate tra i morti il Crocifisso? E' risorto"! Lui ci precede, vivo, nelle nostre strade: non chiudiamolo nei sepolcri del nostro egoismo, delle nostre chiacchiere, del nostro "ho da fare,…. sono impegnato"! Lui sì che è impegnato: impegnato ad amarci fino a morire… e risorgere!!

VIVIAMO QUESTI GIORNI CON CORAGGIO E FEDE NELLA PARTECIPAZIONE COMUNITARIA!

Celebrazione dell'unico mistero di Cristo


Il triduo pasquale non è la somma di tre giorni, o di tre celebrazioni: è un mistero unico. È, propriamente parlando, la Pasqua stessa, cioè il mistero di Cristo crocifisso, sepolto e risorto, celebrato in tre momenti che si succedono secondo una logica naturale in tre diverse fasi, che si svolgono nella spazio di tre giorni e che ha il punto culminante nella veglia pasquale.  Non sono giorni autonomi, ma uniti insieme. Ognuno di essi richiama l'altro e si apre all'altro, come il fatto della risurrezione suppone quello della morte. Il triduo pasquale, dunque, è la Pasqua vista e celebrata in tutta la sua realtà e totalità: passione-morte-risurrezione di Cristo. 

Sì, Possiamo certamente dire: 

Pasqua dell'Ultima Cena, Pasqua della Passione e Morte, Pasqua della Risurrezione.

Questa settimana possiamo così pregare con questa magnifica invocazione di san Gregorio Nazianzeno: 

" Pasqua, mi dirigo a te come a una Persona viva" (Orat. 45, 30).