IL SOGNATORE


Una volta Giovanni consegnò molto presto il compito in classe e il maestro rimase stupefatto per la perfezione del lavoro svolto in così breve tempo. Gli chiese la brutta copia e rimase ancora più sorpreso, in quanto il maestro aveva preparato, la sera prima, un compito più lungo e ne fece svolgere soltanto la metà, ma Giovanni lo presentò tutto intero, come era stato concepito inizialmente. Dovette dare spiegazione e lui, con serietà, affermò: «Ho sognato». Per questo e altri fatti similari i compagni presero a chiamarlo «Il sognatore» e per 60 anni sognò. Chi condividerà maggiormente i suoi sogni saranno i suoi ragazzi, a essi li raccontava molto sovente, soprattutto in quello che venne definito «il discorso della Buona Notte», ovvero il discorso che il fondatore dei Salesiani faceva ogni sera, prima che tutti si ritirassero per andare a riposare. Don Bosco parlando proprio di quei sogni dirà più volte: «Chiamateli sogni, chiamateli parabole, date loro qualsivoglia altro nome che più vi garbi, io sono sicuro che raccontati faranno sempre del bene» .

All'inizio della sua avventura don Bosco, ogni sera, radunava i suoi ragazzi parlava loro e distribuiva a ciascuno 25 centesimi per l'acquisto del pane del giorno seguente. «Ne' suoi occhi», racconterà don Reviglio, «brillava allora un raggio così caro ed amorevole con un sorriso così soave, che dopo cinquant'anni io l'ho sempre presente, non posso dimenticarlo, e mi riempie ancora oggigiorno di consolazione. Egli in quel mentre soleva dirci La Divina Provvidenza li dà a me, ed io li do a voi»